Davanti alle opere di Paolo siamo confusi; confusi, certo, dalla loro semplicità, ma anche dalla gioia che emana dall’ armonia dei colori. Colori lieti, nitidi, ma allo stesso tempo perfettamente complementari. Contrariamente all’ arte moderna non vi è nero, poco grigio, tutt’al più un grigio leggermente azzurrino che si sposa perfettamente a un rosa incantevole. Guardate come il blu indaco e il rosso stanno bene insieme! Come il viola si trovi così bene presso il verde! E tutto questo blu dominante, un blu che a volte sembra quello dell’ acqua trasparente. I pesci di Paolo ne sono un esempio. Tutti questi colori sono fatti per camminare insieme, come camminano insieme i personaggi di Paolo che sembrano volersi dare la mano… Alcuni, tuttavia, non sono riusciti ad afferrare quelle degli altri benché le loro mani siano spalancate. A questo punto si pone una domanda: non è per l’assenza di mani pietose dato che “siamo in una società della norma la cui preoccupazione principale è di calibrare i comportamenti e i modi di vita…” ?
Ma non lasciamo spazio alla malinconia, perché in quest’ opera non appare alcuna lacrima, neppure colorata. L’ arte vuole ridare al vivente tutto il suo posto, “la ragione è regolare come un contabile, la vita anarchica come un artista” . A parte qualcuna, le bocche rotonde non sono tristi. Esprimono soprattutto lo stupore e l’ ammirazione. Soprattutto vi sono gli angeli, angeli di luce le cui teste sono coronate di fiamme; alcuni hanno le ali. Sono rimasta colpita soprattutto dagli occhi, smisuratamente grandi, come per meglio vedere e vedere meglio per meglio comprendere. La contemplazione della bellezza è lo scopo di ogni uomo. “La bellezza salverà il mondo”, diceva Dostoievskij. Fin d’ora può salvare degli esseri fragili. Le guide conférenciers sanno che si può curare con la contemplazione della bellezza.Marie-Francoise Ousset
Guida museale